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Lettera di un supportatore
Egregio Signor Cascioli, chi le scrive è G. C.
Ho letto con estremo interesse il suo libro, e devo dire che basterebbero poche parole per convincersi della inconfutabilita' della non esistenza di un certo gesù di nazaret, così come non e' necessario mangiarsi tutto il melone per sapere se quel frutto sia buono o cattivo, ma basta un assaggio. Lei ha proposto un argomento esclusivamente da un punto di vista storico, e a quanto pare il cristianesimo fà acqua da tutte le parti. Tappano un buco e se ne scopre un altro.
Ora siccome questa favola non è una semplice favola da poter dare il diritto di credere a chi vuol credere, e di non credere a chi non vuol credere, ma è una storia di vittime, che nel nome e segno della croce solo per l'evangelizzazione del sud america in seguito alle scoperte di Cristoforo Colombo, furono sterminate oltre 50.000.000 di persone e poi non si contano le "streghe", gli eretici quali Bruno Giordano" ed tanti altri che oggi non hanno piu' voce e non possono piu' parlare, e che Lei invece può farlo per loro, perciò io spero che non si scoraggi ma continui a dare voce a tutta questa gente vittima del cristianesimo. Io credo che tuo- mio-nostro è il compito di non spegnere quel grido di tutta quella gente, dando noi oggi a loro la nostra voce, riuscendo a sentire nel profondo del nostro cuore l'offesa fatta a loro come fatta a noi stessi. Nessuna ribellione e' possibile di fronte al male quando siamo noi a subirlo, e non è vera ribellione; chi non si sdegna, chi non si ribella al male quando questo si abbatte sulla propria pelle? La ribellione quella vera nasce da gente ancora libera, come Te signor Cascioli, come me. Cosa può fare un pesce in un acquario? Un leone chiuso in una gabbia cosa può fare ? Perciò sono dell'idea che non bisogna aspettare di essere toccati dal male per poi gridare, ma occorre gridare ancor prima quando questo lo vediamo abbattersi sugli altri. Detto ciò vorrei concludere dicendo che non solo la storia è testimone contro il cristianesimo, ma cade anche il suo valore teologico, perché nessuna vittima innocente offerta può cancellare una colpa, anzi l'aggrava. E morire per il peccato del mondo significa che il male compiuto contro gente innocente, per questo stesso male riflettendo su Dio, Egli ne muore.
Ed è per questo che Dio non lo vedo morto su di una croce come un ladrone in mezzo a due ladroni. Quando il male ricade sulla nostra stessa pelle, anch'e' che fosse Dio, la mia morte non avrebbe più valore e né senso e né utilità di tanti e tanti altri morti in simili circostanze e fattori. Se poi per mezzo di riflessioni e discorsi del tutto soggettivi si vuole caricare di sensi e virtù e valori una morte che oggettivamente è comune e tante altri, e con stesse cause e circostanze (penso ai tanti condannati a morte dai romani, e quanti ne crocefissero?), ebbene con questo linguaggio si possono benissimo trasformare sconfitte in vittorie, e vergogne in virtù. All'epoca quanti millantati cristi c'erano e che hanno tutti fatto una brutta fine? Si sono dimostrati dei fallimenti e il nazoreo rientra appieno in tutti questi cristi falliti. Si vuole trasformare acqua in vino e pane azzimo in Dio stesso e trasformare il loro fallimento in una grande e trionfale vittoria, la loro. Un Dio questo impastato dalle mani di un uomo con una manciata di farina. Ora non solo la storia ma la stessa teologia cade nel più totale irrazionalismo che loro chiamano "follia di Dio"quando trattasi di irrazionalità sostenuta soltanto da argomentazioni teologiche soggettive, prive di ogni oggettività e mistero della fede quando trattasi di incomprensibilità. Voglio insistere sull'aspetto teologico e non solo su quello storico ed ora ditemi voi che se si caricano di significati particolari una morte di un solo uomo, attribuendogli valori espiatori, è certo che non basteranno 1000 fallimenti per confutarli, in quanto sarebbero trasformate in 1000 vittorie.
Ma
nella storia non ce' mai stato un Cristo, la storia ci parla
di Napoleone, di Giulio Cesare, di Leonardo da Vinci, di Hitler,
di Mussolini, ma non ci parla di un Cristo. Non ce' mai stato
un Cristo nella storia, non 2000 anni ma un giorno solo dopo
Cristo non cè mai stato, non ce' mai stato se non dentro
un libro di una favola. Ora il compito di Pilato fu quello
di catturare e crocefiggere il capo di una banda di briganti,
che i falsari hanno trasformato in un pacifico messia, ma
il compito dello storico è quello di ricatturarlo e
distruggerne il mito, perché non è sufficiente
e non è bastata la condanna di pilato con tanto di
iscrizione sulla testa di costui che riportava il suo capo
d'accusa (RE DEI GIUDEI), una motivazione al quanto politica,
altro che figlio di Dio, ma occorre riacciuffarlo di nuovo,
ma questa volta non dai soldati romani, ma dagli storici al
fine di cancellarne il mito. E su questo Lei ha già
vinto.