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Il Paolo cristiano di santa madre chiesa
Vista la predisposizione di Paolo a seguire come fantasma l'evoluzione cristologica, non proveremo certo meraviglia a ritrovarcelo tra i piedi nella seconda meta del II secolo quale ardente difensore del Cristo uomo nato da donna la cui incarnazione sarà alla base della nuova religione che prenderà il via con il nome di “cristianesimo di Madre Chiesa”.
In seguito alla separazione degli esseni di origine ebraica dagli esseni di origine pagana determinata dall'istituzione del sacramento dell'Eucaristia, la comunità di Roma, nella decisione che aveva preso di dare al proprio Cristo l'incarnazione, respingendo ogni teoria gnostica, espulse Marcione dichiarandolo eretico pur conservando il suo vangelo e le lettere di Paolo per costruire attraverso di essi, come abbiamo visto, i propri vangeli e la propria dottrina. Ma per quanto possano aver operato per trasferire al cristianesimo nascente la storicità della religione essena, le falsificazioni, le sovrapposizioni e le interpolazioni che eseguirono su di essi non furono sufficientemente così curate da eliminare tutte quelle contraddizioni di cui sono piene, contraddizioni e anacronismi che ci permetteranno di dimostrare che il Cristo incarnato viene costruito tale soltanto dopo l'espulsione di Marcione dalla comunità di Gerusalemme avvenuta nel 144.
La Chiesa, quale nuova religione sorta dopo il 150, non avendo documenti dimostranti l'esistenza di Cristo e dei cristiani negli anni precedenti a questa data, cercò di procurarseli (come ancora sta facendo attraverso le manomissioni che tenta di operare sui manoscritti del mar Morto) ricorrendo ad ogni sorta d'imbrogli: falsificarono gli autori contemporanei, quali Giuseppe Flavio, Filone, Tacito, Seneca ed altri, s'inventarono autori a cui furono attribuiti vangeli e testi ricavati da fonti essene e pagane, bruciarono le testimonianze che si opponevano ai loro intrighi, usurparono agli esseni spiritualisti i loro concetti religiosi, i loro usi comunitari e lo stesso appellativo di cristiani che gli era stato dato dai pagani sia pur con un significato dispregiativo.
Costruirono su Giovanni il Presbitero (Cerinto), nato e vissuto a Efeso e quivi morto nel 135 la figura di Giovanni l'evangelista, trasformarono l'escatologia guerriera dell'Apocalisse, nel suo concetto di realizzazione imminente, nell'attesa di un giudizio universale che si realizzerà alla fine dei tempi, fecero diventare cristiano Filone, si appropriano dei martiri del movimento rivoluzionario giudaico facendoli passare per propri e, soprattutto, cercano di far sparire ogni traccia degli esseni la cui esistenza avrebbe ridicolizzato ogni intromissione di cui avevano bisogno per darsi una base storica.
Quando ho chiesto a due preti se conoscevano gli esseni, uno mi ha risposto che erano una tribù non bene identificata che era passata in Palestina nel primo secolo avanti Cristo senza lasciare tracce, e l'altro che non li conosceva.
Fra i tanti personaggi che vengono usati dalla Chiesa come testimoni dell'esistenza di Gesù, se Paolo assunse una importanza predominante ciò dipese soprattutto dal carisma che gli venne da Marcione che lo presentò come personaggio storico, carisma di predicatore che, dichiarato esistito al tempo di Pietro e Giacomo, avrebbe costituito una garanzia di verità su tutto ciò che gli si sarebbe fatto dire.
Falsificando le Lettere che Marcione aveva portato con se dalla Siria insieme al suo vangelo e aggiungendone altre, il Paolo, prima filoniano e poi gnostico, fu spudoratamente trasformato dalla Chiesa nel sostenitore di un Cristo incarnato facendogli scrivere nel prologo della Lettera ai Romani, che poi è l'introduzione a tutte le Lettere: << Io sono Paolo, servo di Dio, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio riguardo al figlio, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne >>. (Rm. 1,1).
E con questa frase, interpolata come introduzione alla prima delle 14 lettere messe sotto il suo nome, la Chiesa si è arrogata ogni pretesa per usare Paolo come sostenitore quel Cristo-uomo che doveva imporsi a tutti gli altri Cristi esseni che lo avevano preceduto: il Logos filoniano delle visioni e il Salvatore gnostico.
E così, divenuto preda dei Padri della Chiesa, Paolo, sostenendo tutto ciò che essi gli attribuiscono via via che elaborano i concetti teologici, diventa la colonna portante di un cristianesimo che sarà costruito sull'incarnazione di Gesù.
<<E mentre i giudei chiedono miracoli e i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocefisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani>>. (Cor. 1,22).
Da rimarcare come in questa espressione c'è racchiusa tutta la lotta che i cristiani della prima Chiesa dovettero sostenere contro gli esseni giudaici che li accusavano di scandalo perché avevano attribuito al Messia una morte così ignominiosa, e contro i pagani che ritenevano la crocifissione una stolta invenzione fatta per sostenere un Messia mai esistito, cioè un Gesù che nessuno conosceva, come ci viene dimostrato da un passo degli stessi Atti degli Apostoli nel quale Apollo cerca di spiegare, non con la citazione di fatti realmente avvenuti, ma esclusivamente attraverso le sacre scritture, che il Cristo della nuova religione si chiamava Gesù: <<Giunto in Acadia, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti; confutava infatti vigorosamente i giudei (che negavano l'esistenza storica di Gesù), dimostrando pubblicamente attraverso le scritture che Gesù è il Cristo>>. (At. 18,27)
E i passi nei quali Paolo viene usato dalla Chiesa per sostenere il Cristo incarnato, la sua crocifissione, la sua nascita da donna terrena, la sua resurrezione e l'istituzione dell'Eucaristia si susseguono nelle sue Lettere attraverso collocazioni così evidentemente fraudolente da non meritare spesso neppure la confutazione.
<<O stolti Galati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu presentato al vivo Gesù crocefisso>> (Gal. 3,1).
Questo rimprovero ai Galati che si rifiutano di credere alla crocifissione di Cristo, perché non ne hanno mai sentito parlare, oltre che ha dimostraci l'incoerenza che c'è tra il Paolo filoniano che l'aveva negata dichiarandosi superiore a Pietro e Giacomo che secondo la Chiesa ne erano stati testimoni, non può essere che un'ulteriore prova della non esistenza storica di Gesù se consideriamo che “il fatto avviene nel 53, cioè soltanto 20 anni dopo dalla crocifissione”. (La Sacra Bibbia. ed.C.E.I). Se la crocifissione c'era stata veramente, come è possibile che i Galati, dichiarati dallo stesso Paolo testimoni del fatto, possano disconoscerla?
E ancora, senza il minimo ritegno, lo affondano nell'umanizzazione di Cristo, da farcelo apparire addirittura ridicolo nella su incoerenza: <<Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, per riscattare i figli nati sotto la legge>>. (Gl. 4,4).
Ma di quale legge, di quale riscatto può parlarci Paolo se è stato proprio lui a negare, prima come predicatore di un Logos filoniano e poi come sostenitore di un Cristo Gnostico, l'esistenza di un Cristo incarnato, nato da donna?
I passi poi riguardanti l'istituzione dell'Eucaristia espressi nella prima lettera ai Corinti (9,16; 11,23), non sono una dimostrazione evidente della catechesi che i primi Padri della Chiesa cominciarono a praticare soltanto nella seconda metà del II secolo per sostenere quel sacramento che, basato sulla teofagia, era stato respinto intorno al 150 dagli esseni di origine giudaica?
Questa è la stravaganza paolina alla quale si riferisce il Circolo Renan allorché parla delle interpolazioni e delle falsificazioni certe ed evidenti che rendono le lettere di S. Paolo di Tarso uno zibaldone di incoerenti follie tali da portare uno degli stessi falsificatori a riconoscerlo, facendo dire dall'eccellentissimo Festo: << Paolo, tu sei pazzo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!>>. (At. 26,24), e a far dire a Paolo in una lettera ai Ronani (7-15,24): <<Io non riesco a capire ciò che faccio; infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto...Io con la mente servo la legge di Dio e con la carne la legge del peccato>>. Bravo Paolo, commentiamo a questo punto noi, come esempio d'ignoranza e ipocrisia non fai una piega, confortati da Edel Smith che aggiunge:<<Ma che razza d'insegnamenti divini potrebbe mai impartire un soggetto simile, che non riesce a capire neppure ciò che sta facendo?>>. (500 errori della Bibbia- Ediz. Alethes. pag.274)
E chi altri potrebbe essere se non uno squilibrato, chi predica contemporaneamente tre Cristi: il Cristo astratto dei sogni e delle visioni, il Cristo che ha svolto la sua missione prendendo dell'uomo soltanto le apparenze e il Cristo che si è incarnato nascendo da donna?
Se Gesù non si è mai incarnato, se Gesù come personaggio storico non è mai esistito, non è una truffa dire agli uomini che soltanto attraverso la sua umanizzazione possono ottenere la vita eterna, cioè la divinizzazione?
L'esistenza fisica di un essere, fosse anche un Dio, non è più una questione di telogia e di fede, ma una realtà storica che deve essere giudicata secondo le leggi umane da un tribunale laico basato sulla ragione e il buon senso.
Non vogliamo attraverso questa querela che sia riconosciuta la non esistenza di un Gesù dio e mito sostenuto dalla fede, ma lo non esistenza di Gesù come uomo.
Ci venga portata una prova, una prova riconosciuta legalmente valida che confermi la storicità di questo personaggio dichiarato figlio di Maria e di un falegname di nome Giuseppe, nato a Betlemme e vissuto a Nazaret, e noi saremo i primi ad inginocchiarci davanti a lui per pervenire a quella divinizzazione che si può raggiungere, come don Enrico ci assicura, attraverso la comunione con il suo corpo.
Se questa prova non c'è, non ci viene portata, è chiaro che siamo di fronte ad una truffa volutamente sostenuta per continuare a trarne quei benefici materiali che hanno permesso di costruire e mantenere uno degli imperi economici più consistenti di questa terra.
SCRITTORI E FILOSOFI DELL'EPOCA.
(Rimandare al capitolo già scritto)