Luigi Cascioli

Ateismo attacca cristianesimo con una denuncia contro la Chiesa Cattolica sostenitrice di un'impostura costruita su falsi documenti, quali la Bibbia ed i Vangeli, e imposta con la violenza dell'inquisizione e il plagio ottenuto con l'esorcismo, il satanismo e altre superstizioni.

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Psicanalisi di Gesù

Risposta al Signor Blondet che, nella forma più arrogante, ha osato confutare le mie prove sulla non esistenza di storica di Gesù portando come documentazione i fatti riportati su quell'accrocco di contraddizioni che sono i 4 vangeli canonici.
 

Signor Blondet,
considerando l'ottusità a cui sono ridotti i credenti che sostengono le proprie verità soltanto per una convinzione di fede, le voglio dare amichevolmente una mano perché possa rendersi conto di chi è veramente il Gesù che lei tanto difende perché possa essere preso nella sua esistenza storica, come esempio da seguirsi per raggiungere la perfezione.
Sempre in attesa di un pubblico dibattito, può portare anche il suo amico Messori, le mando un piccolo elenco di quei tanti storici e psichiatri che, liberi da ogni plagio intellettuale, si sono espressi sulla figura di Cristo usando esclusivamente la ragione ed il buon senso:

<<Gesù è stato un furfante, un bugiardo, un seduttore, un miserabile scellerato, un incredibile ribaldo, uno zotico pieno di boriosa e malvagia presunzione , giustamente crocifisso. Egli pretendeva di essere figlio di Dio. Faceva l'ipocrita anche inchiodato sulla croce come aveva meritato, ed è morto nella sua miserabile follia, pazzo perverso, beone, detestabile traditore e pendaglio da forca, che venendo al mondo ha portato ogni genere di malvagità , infelicità e rovina, e ogni mostruosità che si possa immaginare>> (Berriot –"Atheisme ed atheistes au XVI siecle en france" – Parigi 1580).

<<Gesù fu presto persuaso delle sua nobiltà e della sua razza (Asmonea) e del meraviglioso di cui la sua nascita era accompagnata. Queste idee influenzarono la sua ambizione e in seguito, a poco a poco, finirono per fargli credere che era veramente destinato a svolgere un grande ruolo nel suo paese. è, dunque, possibilissimo che il nostro avventuriero sia arrivato a credersi chiamato dalla divinità e designato dai profeti ad essere il riformatore, il capo, il Messia d'Israele. In una parola egli fu un visionario e trovò delle persona abbastanza semplici da credere alla sua esaltazione. Quest'uomo fu un fanatico che si credette realmente un ispirato favorito dal cielo, un inviato nella sua nazione, in una parola un Messia che per sostenere la sua missione divina no si fece difficoltà ad impiegare le frodi più adatte per ottenere successo presso un popolo stolto che aveva bisogno di miracoli>>. Dietrich von Holbac – "Histoire critique de Jesus-Christ" "Histoire critique de Jesus-Christ>>. Parigi 1767).

<<Gesù si è mostrato come un grande visionario che si auto annuncia come se venisse dall'aria, portato sulle nubi del cielo e circondato da angeli per risvegliare i morti e tenere un giudizio universale. Mai un uomo sano di mente e di cuore avrebbe potuto tenere un linguaggio come quello che il IV vangelo mette in bocca a Gesù>>. (Straus D.F. "Das Leben Jesu bearbeite" -Tubingen 1936).

<<Se Gesù è considerato come un saggio che svolge la sua missione di rabbino, abbiamo trovato la sua saggezza talmente in difetto da essere portati a giudicarlo affatto padrone della sua ragione. Un tale uomo non merita nulle della gloria che gli si tributa. Se si stabilisce l'ipotesi che Gesù, per un'incredibile allucinazione, udendo parlare incessantemente del Messia a venire, si sia messo in testa di essere lui quel Messia promesso dai patriarchi e dai profeti, è ancora peggio. Il rabbino Gesù discende ancora più giù nel nostro apprezzamento e noi siamo poco disposti a tributare tanti omaggi ad un allucinato. Tali uomini sono frequenti nella storia. Ne ho visto uno di questo genere che, credendosi profeta, correva in punta dei piedi sui merli delle mura di Gerusalemme>>. Micron J. "Vie de Jesù" - Parigi 1886.

<<La grandezza messianica portò Gesù al delirio. Ossessionato dalla sua intensa visione interiore entrò poco a poco in uno stato di pazzia. Il patibolo gli risparmiò la demenza totale. Egli presentava un'attività straordinaria dell'immaginazione da condurlo alle allucinazioni. Dopo aver annunziato la venuta del Messia, così come molti profeti ebraici contemporanei, Gesù si convinse che era egli stesso il Messia, il Cristo, e con tanta fede nella sua missione e nelle virtù segrete che essa gli conferiva da convincersi di poter compiere prodigi, di resuscitare i morti , di comandare ai venti, ai flutti. Lo svanimento progressivo della coscienza della sua personalità dopo la rivelazione che fece ai suoi discepoli, ai piedi dell'Hermon, fino a quel giorno in cui, davanti a Caifa e Pilato, egli dichiara apertamente che è il Messia e, pertanto, il re dei Giudei.
L'ambiguità delle sue risposte alle domande che gli vengono poste, la cura che egli mette a dissimulare i suoi sentimenti e a tenersi in guardia, il suo stesso mutismo non appena si sente nella stretta dei suoi nemici naturali, i preti e i teologi, questo miscuglio di violenza ardente e di istintiva prudenza, di abilità consumata benché incosciente, apparirà al più alto grado.
Se Maria e i fratelli lo avessero riportato nella casa di Nazareth e tenuto sotto controllo, il profeta galileo forse avrebbe terminato la sua vita in qualche seminterrato della casa paterna attaccato alla catena come l'indemoniato di Cerasa. Egli era un alienato da legare.
Gesù s'intrattiene con i diavoli e si vede circondato da bestie selvagge e da angeli del cielo. Un giorno scorse Satana cadere dal cielo come un fulmine. Queste sono allucinazioni. Quando, in mezzo alla sua banda di Galilei, egli fece in Gerusalemme l'entrata rumorosa e teatrale che conosciamo, quando, nella campagna di Gerusalemme, un giorno che veniva da Batania ed aveva fame, egli si avvicinò ad un albero di fico coperto di foglie e lo maledisse perché non aveva frutti pur sapendo che non era la stagione dei fichi; quando egli fece una mezza rivoluzione in uno dei cortili del tempio nell'ora in cui normalmente si svolgevano gli affari; infine, quando egli si vantò ad alta voce che avrebbe distrutto il tempio e ne avrebbe ricostruito un altro in tre giorni, Gesù dimostrò i segni di uno stato mentale irrecuperabilmente danneggiato.
Ciò che da a questi atti un carattere indiscutibile di pazzia non è la loro violenza, ma la loro assurdità . (Soury J. Jésus et les èvangiles). Parigi.1878).

<<Gesù fu probabilmente un bastardo con notevoli tare congenite. Degenere per natura, ancora s'imponeva all'attenzione della massa per la forza della sua spiccata autocoscienza unita ad una forte intelligenza che contrastava con la sua immaturità familiare e sessuale. La sua perspicacia gli permise di riconoscere gli errori della concezione religiosa dominante al proprio tempo e d'interpretare le prescrizioni della legge in una forma nuova, più libera e più vitale.
La sua autocoscienza assunse in un lento sviluppo la forma di un sistema delirante programmato, condizionato nei particolari dall'intensa atmosfera religiosa dell'epoca >>. (De Loosten "Jesus Christus von Standpunhk des Psichieters"- lambert, 1905).

Sempre De Loosten aggiunge Nel suo libro Yeschuah Bar-Yosef: <<Gesù ad un certo momento finì per porre in rapporto alla sua persona, in un delirio di autoriferimento, le profezie del Vecchio Testamento rappresentandosi come un essere sovrumano ed attribuendosi i diritti divini, quale quello di poter assolvere l'umanità dai peccati e di giungere persino al punto di mettere in pratica a Gerusalemme un vero e proprio colpo di mano al fine di realizzare le sue pretese continuamente reclamate ; egli ha inoltre dimostrato lo stato di malattia mentale manifestando un "delirio di persecuzione" allorché in un discorso a Gerusalemme rimprovera violentemente gli astanti di voler attentare alla sua vita suscitando la reazione di essere preso per un indemoniato>> Gv. VII-16).

<<Gesù è da annoverare, al pari di tutta una serie di personaggi carismatici, nella categoria degli psicotici epilettici o istero epittelici>>. (Rassmussen E. <Christus. Eine vergleischende psycopatologische Studie>, Leipizig, 1905)

<<Gesù costituisce il mondo classico dell'uomo patologico, alienato mentale>>. (David Friedrich Straus, Leipzig, 1908).

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  Le sopra riportate conclusioni sulla figura di Cristo non sono una dimostrazione della sua esistenza, ma soltanto l'espressione di come egli  risulta dalla lettura dei vangeli.